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Venticinque anni da festeggiare alla Grangia

Tre giorni di festa e di riflessione comunitaria hanno salutato, dal 10 al 12 giugno, la ricorrenza del venticinquesimo anniversario della fondazione de La Grangia di Monluè. Tre giorni di festa per raccontare alla città la storia dell'Associazione, per fare il punto sulla sempre difficile situazione degli stranieri a Milano, per lasciarsi coinvolgere dai racconti incredibili delle migrazioni.

L'apertura, venerdì sera, è stata riservata alla riflessione e ad un confronto sui temi dell'immigrazione fra le mura della sala capitolare di San Lorenzo. Pedro Di Iorio, responsabile del Servizio Accoglienza Immigrati di Caritas, ha parlato del Migrante come figura "forte" che, mettendosi in cammino su un sentiero irto di ostacoli, carica sulle proprie spalle i bisogni e le aspirazioni di quanti rimangono a casa; don Giancarlo Quadri, responsabile della Pastorale dei Migranti della Diocesi e volontario di lungo corso della Grangia, ha sottolineato la necessità di formulare un progetto condiviso per quanti giungono in Italia dai quattro angoli del globo, nella consapevolezza che l'accoglienza dell'Altro è in grado di far germogliare un rinnovamento profondo nel cuore di ogni uomo; don Sandro ha rievocato l'intuizione profetica del Cardinale Martini e di quanti lo sostennero nella fondazione della Grangia, presentando la pubblicazione Volti e voci di Monluè: venticinque anni di accoglienza nell'Associazione La Grangia di Monluè.

Due diversi momenti di "gioco" hanno invece caratterizzato la giornata di sabato 11: prima il torneo di calcio "Mundialito", svoltosi sui campi delle parrocchie di San Galdino e San Nicolao della Flue, in cui si sono disputate squadre provenienti da diverse realtà di accoglienza e solidarietà milanesi contro le squadre della zona 4. Alle 21, all'interno della chiesa di san Lorenzo, gli ospiti della Grangia si sono messi in gioco come narratori di se stessi, recitando nello spettacolo Chicchi di sabbia, scritto e diretto da Maurizio Bussotti: una "storia-tipo" del Migrante, con le paure, le aspirazioni, i pericoli, gli stenti che sono il corollario di ogni migrazione.

Alla fine, un ospite "del passato" ha raccontato la propria peregrinazione, questa volta senza lo schermo della finzione drammatica, per ricordare a tutti che l'impegno e la prossimità possono "fare la differenza", e per incoraggiare i tanti ragazzi stranieri presenti a ben sperare per il futuro.

Domenica 12, La Grangia ha voluto festeggiare "in grande", insieme alle numerose comunità straniere presenti nella Diocesi ambrosiana, riunitesi, come da tradizione, per la Festa delle Genti. Dopo molti anni di assenza, la Festa è tornata a Monluè, in cascina, addobbata per l'occasione da nastri e festoni con i colori della pace. Dopo la Messa, animata dai canti delle comunità africana, sudamericana, filippina e cingalese, ha avuto luogo il pranzo in compagnia, allestito sotto i portici: molti i piatti "etnici", dolci e salati, che la buona volontà di cuoche e cuochi ha permesso di condividere e di gustare all'aria aperta. Nel pomeriggio un lungo e ricchissimo spettacolo di danze che le varie comunità avevano preparato per l'occasione. Alle sedici e trenta, è arrivato l'Arcivescovo, il Cardinale Dionigi Tettamanzi, il quale, dopo essersi intrattenuto a lungo con i più piccoli, ha preso posto sul palco per suggellare questa giornata memorabile con la sua benedizione. I vincitori del torneo "Mundialito" hanno ricevuto la coppa dalle sue mani; egli stesso, infine, ha preso il microfono per mettere in rilievo la necessità di coniugare l'impegno a favore degli Ultimi a un incessante lavoro di rinnovamento interiore, perch&ecaute; solo chi ha un "cuore grande" è in grado di secondare la grandezza del progetto di Dio per l'uomo.

Al termine dei tre giorni, in cui si sono alternati momenti seri e allegri, danze e meditazione, preghiera e gioco, La Grangia vuole ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile questa festa con il loro sostegno, la partecipazione, l'impegno, l'amicizia, l'allegria e la buona volontà.

Giovanni Randone, volontario in servizio civile a La Grangia

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